Politica e Società

Riforma costituzionale: un attacco alla democrazia

Riforma Costituzionale e democrazia

Ho analizzato, finemente, il ddl Boschi sulla riforma costituzionale e mi è parso come un vero e proprio attacco alla democrazia.

In questo articolo ne metterò in luce gli aspetti fondamentali per poi esprimere il mio parere in merito.

La riforma prevede, innanzitutto, il superamento del bicameralismo, che caratterizza la Repubblica Italiana dalla sua nascita. Il Senato (attualmente composto da 315 membri più i senatori a vita) sarà composto da 95 senatori più altri 5 nominati dal Presidente della Repubblica; questi ultimi resteranno in carica 7 anni. Quindi non saranno più eletti senatori a vita: questa carica resterà solo per gli ex Presidenti della Repubblica (i 6 senatori a vita attualmente presenti non saranno sostituiti).

La vera novità è che i senatori non saranno più eletti dal popolo, ma verranno nominati tra i membri dei Consigli Regionali e tra i Sindaci. Il nuovo Senato avrà funzioni estremamente limitate: non voterà più la fiducia al Governo che sarà un’esclusiva della sola Camera dei Deputati e potrà esprimere solo pareri sui disegni di legge (peraltro non vincolanti) perché la decisione definitiva spetta alla Camera dei Deputati. Il bicameralismo è conservato per i soli casi previsti nell’articolo 10 del ddl.

Per quanto riguarda il Presidente della Repubblica, le norme vigenti prevedono che alla sua elezione partecipino le Camere in seduta comune e tre delegati per ogni Regione (un solo delegato per la Valle d’Aosta); con la riforma il Presidente sarà eletto dalle sole Camere riunite in seduta comune.

Cambia, anche, la modalità di elezione dei Giudici della Corte Costituzionale. Attualmente sono eletti per 1/3 dal Presidente della Repubblica, 1/3 dalle supreme magistrature ordinaria e amministrativa e 1/3 dal Parlamento in seduta comune; con la riforma saranno eletti per 1/3 dal Presidente della Repubblica, 1/3 dalle supreme magistrature ordinaria e amministrativa, 3 dalla Camera dei Deputati e 2 dal Senato.

Un altro punto importante è il trasferimento di alcune materie (prima oggetto di legislazione concorrente tra Stato e Regioni) allo Stato. Tra queste abbiamo: produzione, trasporto e distribuzione dell’energia; ambiente; gestione di porti e aeroporti civili; commercio con l’estero; politiche per l’occupazione; sicurezza sul lavoro; tutela della salute e sicurezza alimentare; coordinamento della protezione civile; ordinamento della professioni.

A seguito della riforma, inoltre, per indire un referendum di iniziativa popolare non basteranno più cinquantamila firme, ma ce ne vorranno centocinquantamila.*

Gli altri punti riguardano l’abolizione delle Province e del Consiglio Nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL).

A questo punto molti di voi avranno già compreso che si tratta di una riforma ignobile il cui obiettivo è stravolgere la Repubblica costruita col sangue di migliaia di partigiani (e non solo). Tuttavia non mi fermerò qui perché voglio farlo capire anche a coloro i quali avessero, ancora, dei dubbi.

I padri costituenti adottarono il bicameralismo perfetto per avere una maggiore rappresentanza del popolo. Nelle due Camere le proporzioni dei partiti sono diverse perché la Camera dei Deputati viene eletta dividendo il territorio nazionale in collegi, mentre l’elezione del Senato avviene su base regionale: in tal modo c’è una migliore rappresentanza di tutte le forze politiche in gioco, evitando, così, che un partito prenda troppo potere. Questo meccanismo previene la deriva del Paese verso regimi dittatoriali (cosa che, peraltro, in Italia è già accaduta con il Partito Fascista).

Con il declassamento del Senato a “istituzione secondaria”, la Camera dei Deputati va ad assumere un ruolo di primo piano nell’approvazione delle leggi. Ma non finisce qui perché l’Italicum (la nuova legge elettorale) prevede un premio di maggioranza di 340 seggi non solo per il partito che raggiunge, al primo turno, il 40% di preferenze, ma anche per quello che (semplicemente) riceve più voti al ballottaggio. Questo significa che il partito che vincerà le elezioni (dopo la riforma) avrà in mano un potere enorme perché potrà contare su una maggioranza assoluta alla Camera dei Deputati e non sarà più ostacolato dal Senato, nel momento in cui andrà a votare una proposta di legge.

Non vi sembra uno schiaffo alla democrazia?

Se poi consideriamo che sono passate allo Stato un gran numero di materie che, fino ad oggi, spettavano alle Regioni, il Potere del Governo viene amplificato ancora di più.

Per non parlare del fatto che è diventato, persino, più complicato indire una legge di iniziativa popolare dato che ci vorranno centocinquantamila firme (a fronte delle cinquantamila previste dalla Costituzione vigente).*

Ormai sembra che il parere del popolo non conti, davvero, più nulla!

Dai suoi fautori questa riforma è stata definita essenziale per ridurre i costi della politica e per costruire un sistema legislativo più efficiente.

In realtà essa porta a una riduzione dei costi molto esigua: a tal fine si poteva intervenire in altro modo ma non lo si è fatto; né tantomeno servirà a creare un sistema legislativo più efficiente. L’unica cosa che avremo con la riforma sarà un accentramento del potere nelle mani del Governo e del Presidente del Consiglio: l’Italia verrà, dunque, trasformata in una sorta di Repubblica Presidenziale dove sarà più facile varare leggi imposte dall’Europa.

Tuttavia è ancora possibile che la Costituzione vigente venga preservata perché il provvedimento non ha ottenuto la maggioranza di due terzi dei componenti di ciascuna Camera e, quindi, può essere sottoposto a referendum popolare, qualora ne facciano domanda 1/5 dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Sono state raccolte le firme di 166 deputati (il quorum richiesto era 126 deputati), quindi ci sarà un referendum che si terrà il 4 dicembre.

Penso che abbiate compreso tutti quanto questa riforma possa essere “pericolosa” per la democrazia quindi occorre creare un ampio fronte del NO: abbiamo tempo fino a dicembre!

Per tali motivi, invito a diffondere questo ed altri articoli simili affinché tutti possano capire quando sia importante andare a votare al referendum.

La Repubblica è nata con il sangue di migliaia di Italiani che hanno partecipato alla Resistenza: non vanifichiamo tutto solo per compiacere un Governo corrotto ma, piuttosto, ribelliamoci ad esso!

 

Allego i seguenti link:

  1. Testo integrale del ddl Boschi
  2. Testo integrale dell’Italicum
  3. Sito del Comitato per il NO al referendum costituzionale

 

Precisazioni:

  • * Tuttavia questa è la cosa che mi preoccupa di meno perchè con la riforma, anche se si alzeranno il numero di firma per indire un referendum popolare, i regolamenti della Camera dovranno indicare tempi precisi di esame, clausola che fino oggi non esisteva e quindi tutte le propose di legge arrivate non sono state mai calendarizzate.