Politica e Società

TTIP: Il golpe delle multinazionali

TTIP
Quanti di voi hanno sentito parlare di TTIP?

Pochi suppongo, dato che i media non gli danno l’importanza dovuta.

Tuttavia, nell’ultimo periodo un gran numero di organizzazioni (come Greepeace, Friends of the Earth, ecc.) hanno manifestato apertamente contro questo trattato e, anche grazie alla rete, sono riuscite a creare veri e propri movimenti di protesta.

Ma che cos’è il TTIP e perché è avvolto da cotanto mistero?

TTIP sta per Transatlantic Trade and Investment Partnership (ovvero Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti) ed è un trattato in corso di negoziato tra Unione Europea e USA.

L’obiettivo che si propone di realizzare è integrare il mercato statunitense e quello europeo riducendo i dazi doganali e modificando le barriere non tariffarie (cioè le regolamentazioni sul commercio estero), in modo da rendere possibile la libera circolazione di merci, facilitare il flusso di investimenti e l’accesso ai rispettivi mercati dei servizi e degli appalti pubblici.

Nascerebbe, così, la più grande area di libero scambio del mondo e, secondo gli ideatori, si creerebbero nuovi posti di lavoro e si avrebbe una impennata delle economie di USA e UE.

Il fatto che il trattato venga negoziato in segreto tra Unione Europea e Stati Uniti ha destato, però, più di un sospetto e in tanti hanno, addirittura, definito il TTIP come un “cavallo di troia” utile al raggiungimento di altri scopi.

Ed, in effetti, i sospetti si sono rivelati più che fondati. Infatti sembrerebbe che il TTIP più che aspetti positivi, sarà responsabile di una serie di conseguenze negative, soprattutto per la Comunità Europea: ma scopriamone i motivi.

Innanzitutto, il trattato prevede limitazioni sulle leggi dei Governi Nazionali riguardanti la regolamentazione di una vasta gamma di settori: ciò porterebbe a una raffica di ulteriori privatizzazioni che eliminerebbero (definitivamente) quel poco che è rimasto in mano pubblica. Si potrebbe persino arrivare a privatizzare settori come la sanità, la previdenza e la scuola. Particolare preoccupazione è stata manifestata da molti attivisti per il Sistema Sanitario Nazionale che, nel giro di pochi anni, rischierebbe di essere smantellato in tutta Europa ed affidato a privati, con tutte le conseguenze negative che ne deriverebbero.

Anche il settore agricolo potrebbe subire ingenti danni perché il TTIP mira ad abbattere gli standard di sicurezza alimentare e di benessere degli animali previsti dalle normative europee che sono, in genere, più severi di quelli statunitensi. In tal modo i consumatori avrebbero meno garanzie sulla qualità degli alimenti e sulla loro provenienza; inoltre, non sarebbero più tutelate le eccellenze locali e molti produttori finirebbero per essere penalizzati: ciò avrebbe effetti negativi anche sull’occupazione perché in molti perderebbero il lavoro. Il mercato europeo si ritroverebbe invaso da prodotti americani di dubbia genuinità (e, probabilmente, anche dannosi per la salute), visto le norme meno restrittive degli USA.

Un altro rischio, da non sottovalutare, sarebbe l’arrivo degli OGM in Europa.

E’ prevista, poi, l’introduzione del Regulatory Cooperation Council, un organo in cui esperti (nominati dal Ministero USA e dalla Commissione UE) si occupano di valutare l’impatto di ogni marchio, regola, etichetta, ma anche contratto di lavoro e standard di sicurezza operativo a livello nazionale, federale o europeo; l’introduzione della misura o il suo mantenimento verrebbe deciso in rapporto a costi/benefici della stessa e al livello di conciliazione e uniformità USA/UE da raggiungere. Stati Uniti e Unione Europea avrebbero, dunque, un enorme potere nel decidere i provvedimenti da adottare nei singoli Stati: un vero schiaffo alla democrazia.

Ma quello che preoccupa di più del TTIP è l’introduzione di un arbitrato internazionale (Investor-state dispute settlement) che permetterà alle imprese di portare in causa un Governo nazionale qualora quest’ultimo abbia varato leggi responsabili di “una perdita di profitto” per l’azienda. Ciò comporterebbe una vera e propria perdita di sovranità che passerebbe nelle mani delle multinazionali perché qualsiasi norma fatta dal Governo (come leggi per la tutela dell’ambiente o della salute della collettività) potrebbe essere definita lesiva per l’azienda: lo Stato, a questo punto, sarebbe obbligato non solo a ritirarla, ma anche a risarcire l’impresa. Le multinazionali avrebbero carta bianca per inquinare l’ambiente, danneggiare la salute dei cittadini e fare tanto altro senza che nessuno glielo possa impedire: davvero un’assurdità.

Il TTIP rischia, dunque, di toglierci le poche garanzie che ci vengono ancora concesse ed è estremamente dannoso per l’economia europea e non solo. Se venisse approvato ne farebbero le spese l’ambiente, la qualità degli alimenti, l’economia e la salute dei cittadini; per non parlare del fatto che ci ritroveremo completamente succubi delle multinazionali a cui spetterebbe la facoltà di legiferare al posto degli Stati.

Per evitare questo scempio dobbiamo impegnarci affinché il TTIP venga bloccato.

Ci sono in rete molti siti di attivisti che si battono contro il TTIP ed è stata indetta anche una petizione per avviare una discussione (sia a livello locale che nazionale) in cui venga espressa opposizione al trattato.

Allego il link del sito dela campagna Stop TTIP Italia.

 

Fonti:

  1. Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti. (18 aprile 2016). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 29 aprile 2016, 23:58 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Trattato_transatlantico_sul_commercio_e_gli_investimenti&oldid=80237994.
  2. Campagna Stop TTIP Italia. Tratto il 29 aprile 2016, 23:30 da https://stop-ttip-italia.net/cose-il-ttip/
  3. Radio Vaticana. (29 aprile 2016). Tratto il 29 aprile 2016, 23:42 da http://it.radiovaticana.va/news/2016/04/29/ong_accordo_sul_ttip_%C3%A8_una_minaccia_per_lagricoltura_ue/1226393.