Politica e Società

OGM: Una minaccia incombente?

No agli OGM

Da anni è in corso un dibattito circa le conseguenze e i rischi dell’impiego di colture OGM in agricoltura. La coltivazione di OGM è già una realtà in molti Paesi (Stati Uniti, Argentina, India, ecc.), mentre è rifiutata in altri.

Per OGM si intende organismo geneticamente modificato, mentre una pianta geneticamente modificata si indica con la sigla PGM.

Modificare geneticamente una pianta significa introdurre all’interno del suo DNA nuovi geni (attraverso varie tecniche di ingegneria genetica) per conferirgli caratteristiche che prima non possedeva.

In agricoltura si ricorre agli OGM per creare colture con maggiore resistenza ai batteri o alle intemperie oppure con migliori caratteristiche nutrizionali e organolettiche; ma anche per rendere le piante più “adatte” all’impiego in medicina o nell’industria.

Ma i caratteri più diffusi negli OGM attualmente in commercio sono una maggiore tolleranza agli erbicidi e una aumentata resistenza agli insetti.

Secondo alcuni, i benefici derivati dall’uso di OGM su larga scala sarebbero molteplici e comprenderebbero: maggiore produzione di risorse alimentari, riduzione dell’uso di erbicidi, nonché diminuzione della malnutrizione e delle malattie perché gli OGM permettono un raccolto nettamente maggiore delle colture tradizionali.

Altresì però devono essere tenuti in considerazione gli aspetti negativi legati a un loro largo utilizzo che potrebbero essere: alterazione della biodiversità naturale, danno per gli altri organismi, ma anche creazione di supervirus e danni per la salute umana.

Infatti, nonostante non ci siano prove certe circa la loro pericolosità sulla salute umana, vi sono stati parecchi casi di sementi OGM ritirate, improvvisamente, dal mercato dopo anni di commercializzazione.

Il rischio degli OGM, a mio avviso, non deriva da una pericolosità della coltivazione in sé, ma dall’uso che le multinazionali che operano nel campo delle agrobiotecnologie (e che producono le sementi OGM) potrebbero farne per aumentare le loro entrate. Le aziende che operano in questo settore hanno un potere enorme e il loro scopo è massimizzare i profitti: per farlo potrebbero anche agire ai limiti della legalità.

Ad esempio nel caso in cui un OGM fosse dichiarato nocivo, l’azienda avrebbe grosse perdite economiche perché dovrebbe ritirarlo dal mercato e risarcire i consumatori, per non parlare del danno d’immagine. Sarebbe molto più facile corrompere un team di ricercatori per confutare le evidenze scientifiche sulla pericolosità del prodotto.

In tal modo il cittadino non sarebbe assolutamente tutelato e metterebbe a rischio la propria salute (continuando a consumare il prodotto tossico).

Chi ci dà la certezza che le varie associazioni e organizzazioni create con lo scopo di difenderci agiscano, fino in fondo, nei nostri interessi? Dopotutto quando ci sono grossi capitali in gioco la corruzione è sempre dilagante.

Inoltre qualche anno fa un evento, che vide coinvolta la Monsanto (una delle più potenti multinazionali di biotecnologie agrarie) suscitò grande sconcerto.

Infatti nel 2000, l’azienda ha dichiarato di voler acquistare la Delta and Pine Land Company (che è un’industria operante nello stesso settore).

E che c’è di strano, dite voi?

Niente, se non fosse per il fatto che la Delta and Pine Land Company aveva appena sviluppato un brevetto che rendeva le piante sterili; tale brevetto fu ribattezzato “gene terminator”.

Se l’accordo fosse andato in porto la Monsanto ne avrebbe tratto notevoli benefici economici. Infatti per un agricoltore è un’abitudine comune ricavare i semi per la stagione successiva dal raccolto dell’anno prima (soprattutto per ridurre i costi); se una pianta è sterile non produrrà semi e, di conseguenza, l’agricoltore sarà costretto ad acquistare i semi anno per anno. In tal modo i semi diventeranno un’esclusiva dell’azienda.

Tuttavia il processo di acquisizione della Delta and Pine Land Company non andò in porto perché le Nazioni Unite, a seguito di una lunga polemica, chiesero una moratoria sull’uso di questa tecnologia.

Ma che cosa accadrebbe se il brevetto “gene terminator” fosse autorizzato?

In un eventuale futuro distopico in cui tutti gli OGM hanno completamente sostituito la colture tradizionali e ogni pianta è stata dotata del “gene terminator” le multinazionali come la Monsanto sarebbero le sole a possedere i semi delle colture; questo significa solo una cosa: esse avrebbero il totale controllo dell’alimentazione planetaria e quindi delle vite di ogni essere vivente.

Per adesso, però, questa è solo fantascienza ma io (pur essendo cosciente che ci possano essere benefici derivati dall’utilizzo di OGM) per i motivi sopracitati e per la sfiducia che nutro nei confronti delle multinazionali, resto fermamente contrario ad una applicazione degli OGM su scala globale e invito anche voi ad opporvi a qualsiasi tentativo di consentirne la coltivazione nel nostro Paese!