Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina e le responsabilità dell’Occidente

Introduzione

Ho deciso di scrivere questo articolo per cercare di spiegare, in parte, quali sono le vere cause che hanno portato all’attuale Guerra in Ucraina e le responsabilità dell’Occidente (USA) dato che ho notato che esiste una certa confusione dovuta essenzialmente alla mancanza di approfondimento sulla questione.

Innanzitutto voglio chiarire che coloro che credono alla storiella diffusa da alcuni media secondo cui Putin sarebbe impazzito da un giorno all’altro ed abbia deciso di attaccare l’Ucraina semplicemente per nutrire la sua sete espansionistica sono completamente fuori strada. Putin non è il nuovo Hitler come i media occidentali vogliono farci credere e questa è solo una spiegazione puerile, superficiale rigettata immediatamente da chiunque abbia un po’ di cervello.

Precisiamo, innanzitutto, che la guerra in atto non è neanche un semplice confronto tra Russia e Ucraina, ma è il risultato di uno scontro tra Occidente a guida Statunitense e Federazione Russa che è l’erede dell’Unione Sovietica. L’Ucraina rappresenta solo il campo di battaglia di una lotta fra superpotenze come lo è stata la Siria fino a poco tempo fa.

Guerra in Ucraina e le responsabilità occidentali
Author:The Devil’s Advocate; CC BY-SA 3.0.

Guerra Fredda

Per comprendere gli eventi che hanno portato al conflitto occorre tornare indietro di qualche anno.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli Alleati divisero l’Europa in zone di influenza. La divisione, in breve tempo, assunse la forma di una vera e propria contrapposizione tra le due principali superpotenze dell’epoca: gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Tale processo diede inizio a quella che sarebbe diventata una lunga lotta espansionistica non solo tra due superpotenze ma anche tra due modelli economici: capitalismo e comunismo.[1]

L’Unione Sovietica applicò il modello comunista ai Paesi satellite mentre la politica estera degli Stati Uniti venne orientata alla dottrina del containment con lo scopo di arginare l’avanzata del comunismo. Le strategie adottate dalle due superpotenze portarono alla Guerra Fredda, un lungo conflitto combattuto sempre indirettamente che non sfociò mai in guerra aperta.[2]

In quegli anni nacquero due Alleanze militari contrapposte: il Patto di Varsavia e la NATO. Il simbolo della contrapposizione tra occidente filo-statunitense e oriente filo-sovietico era il muro di Berlino che per circa 30 anni divise in due la città. La contrapposizione tra i due blocchi è rappresentata nell’immagine sottostante.

Guerra in Ucraina e le responsabilità occidentali
LEGENDA: Paesi membri del Patto di Varsavia in rosso; Paesi membri della NATO in blu; altri Paesi alleati USA in celeste; altri Paesi alleati URSS in rosa. Sémhur, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Presidenza Gorbačëv

Negli anni ottanta le politiche del presidente sovietico Michail Gorbačëv condussero ad un avvicinamento dell’URSS all’Occidente e ad una distensione dei rapporti ma, allo stesso tempo, causarono una grave crisi economica e sociale all’interno dello Stato socialista. La causa principale della crisi fu il rapido passaggio ad un’economia di mercato che era l’antitesi del sistema che aveva caratterizzato il Paese per decenni.

Gorbačëv, a differenza del suo predecessore, non si oppose alla fuga dalla sfera sovietica degli Stati dell’Est Europa; di conseguenza Polonia, Germania Est, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria e Ungheria presero la loro strada. Tuttavia il presidente dell’URSS chiese come garanzia che la NATO non si espandesse oltre la Germania ricevendo la promessa da Stati Uniti e Alleati. In realtà la promessa non sarà mai mantenuta in quanto molti Stati a Est della Germania sono oggi parte del patto Atlantico come si può vedere dall’immagine sottostante.[3]

Guerra in Ucraina e le responsabilità occidentali
Di Patrickneil, – Opera propria basata su: EU1976-1995.svg da glentamara, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4794601

Dissoluzione dell’Unione Sovietica

Nel frattempo all’interno dell’URSS la crisi economica aveva causato un grave malcontento portando all’emergere di movimenti indipendendisti nelle repubbliche che formavano lo stato socialista. In questa situazione instabile emerse la figura di Borís Nikoláevič Él’cin, Presidente della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, la principale repubblica costitutiva dell’URSS.

L’apice del disordine sociale fu il tentativo di colpo di stato dell’agosto 1991 da parte dei comunisti conservatori che cercarono di evitare il collasso dell’Unione. Ma il tentativo di Golpe ebbe l’effetto inverso e ne accelerò il processo di dissoluzione. Già prima e durante il golpe avevano dichiarato l’indipendenza alcuni Stati tra cui Lettonia, Lituania, e Estonia ma nei mesi seguenti a questi si aggiunsero gran parte delle Repubbliche costitutive.[4]

L’8 dicembre 1991 i capi di Russia, Ucraina e Bielorussia firmarono l’accordo che dichiarava dissolta l’Unione Sovietica e la sostituiva con la Comunità degli Stati Indipendenti. Il 12 dicembre 1991 la Russia completò il processo di secessione dall’Unione. Il 25 dicembre 1991 Gorbačëv si dimise da presidente dell’Unione Sovietica, dichiarò abolito l’ufficio e conferì tutti i poteri al presidente della Russia Boris El’cin.

La dissoluzione dell’Unione Sovietica segnò la fine della Guerra Fredda.

Eredità Sovietica e dominio USA

Boris El’cin non riuscì ad arginare la crisi economica nella neonata Federazione russa che, anzi, crebbe sempre di più. Egli perseguì una politica di privatizzazioni smantellando quasi completamente l’apparato statale.

La figura di El’cin è alquanto dibattuta da esperti e politici. Ruslan Chasbulatov, ex Presidente del Parlamento della Russia ha dichiarato che El’cin era circondato da “centinaia” di agenti della CIA che gli dicevano cosa fare durante il suo mandato di leader; secondo Chasbulatov, nel 1991 salì alla leadership del Paese grazie all’aiuto di Washington.[5]

Il 31 dicembre 1999 Boris El’cin si dimise da presidente russo, indicando Vladimir Putin come suo successore. Putin condusse una politica completamente differente dal suo predecessore riuscendo a riportare nelle mani dello Stato un’azienda chiave del settore energetico: la Gazprom. All’inizio degli anni 2000 i costi del gas salirono vertiginosamente facendo aumentare gli introiti della Gazprom e del suo principale azionista, la Federazione Russa. Grazie a tali introiti ci fu un miglioramento delle condizioni economiche in Russia.

A seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica, la Russia ridimensionò notevolmente il suo ruolo a livello internazionale e il Patto di Varsavia si sciolse. Gli Stati Uniti divennero, quindi, i leader indiscussi di un mondo unipolare. Inoltre molti dei Paesi che prima facevano parte del Patto di Varsavia entrarono nella NATO, a dispetto delle promesse fatte a Gorbačëv.

Ucraina dopo il crollo dell’URSS

Veniamo adesso alla questione Ucraina.

Russia e Ucraina presero strade separate nel 1991 dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica ma questa separazione non è stata completa. Entrambe le Nazioni, infatti, nel 1991 divennero membri della Comunità di Stati indipendenti (CSI), fino all’uscita dell’Ucraina del 2014. La CSI è un’organizzazione internazionale che intende costituire una più limitata forma di associazione tra i nuovi Stati indipendenti formatisi dopo la caduta dell’URSS.[6]

L’Ucraina è stato sempre un Paese fortemente diviso in gruppi linguistici ed etnie; la popolazione russofona occupa principalmente le regioni orientali e meridionali come si può vedere dall’immagine sottostate.

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User: Russianname (Russianname), CC BY-SA 2.5.

All’indipendenza del 1991 non fece seguito una unità nazionale vera e propria. Difatti ci sono sempre state forti divisioni tra coloro che chiedono un avvicinamento all’Europa (regioni occidentali) e coloro che chiedono legami più stretti con la Russia (regioni orientali). Le divisioni si inasprirono una prima volta nel 2004 con la rivoluzione arancione in cui furono annullate le consultazioni che vedevano in vantaggio Viktor Janukovyč (sostenuto principalmente dalla popolazione russofona) e, dopo nuove consultazioni, fu dichiarato vincitore Viktor Juščenko. Tuttavia nel 2010 Janukovyč si ricandidò ed ottenne una vittoria schiacciante.[7]

Euromaidan

Nel 2013 in Ucraina la situazione delle finanze pubbliche era critica. Dopo un avvicinamento all’Europa, Janukovyč decise di non firmare un accordo di associazione dell’Ucraina all’Unione Europea perché ritenne più vantaggiosa l’offerta Russa che prevedeva l’investimento di 15 miliardi di dollari in titoli di stato dell’Ucraina e la riduzione del prezzo del gas. A seguito di questi eventi le proteste sfociarono nell’Euromaidan, una rivolta che assunse la forma di un colpo di stato e portò alla sostituzione del presidente Viktor Janukovyč con Petro Oleksijovyč Porošenko (dopo un breve periodo di presidenza di Turčynov).[8][9]

Le proteste Euromaidan sarebbero state appoggiate dagli Stati Uniti nonché da ultranazionalisti e neonazisti (Pravyj Sektor, Svoboda, ecc.), che hanno dato vita anche a formazioni paramilitari (Battaglione Azov, UNA-UNSO, ecc.). I militanti neofascisti, pur avendo, attualmente, scarsa o nulla rappresentanza in Parlamento, sono stati comunque i principali protagonisti degli scontri di piazza.[10]

Le ingerenze americane sono testimoniate dalla telefonata intercettata e messa in rete tra Victoria Nuland (Assistant Secretary of State for European and Eurasian Affairs per gli USA) e l’ambasciatore statunitense in Ucraina Geoffrey R. Pyatt in cui i due decidevano quale doveva essere la formazione del nuovo governo ucraino. La telefonata salì alla ribalta per il fuck the EU pronunciato dalla Nuland. Inoltre molte personalità americane tra cui la stessa Nuland e il senatore McCain si recarono in Ucraina durante le proteste per sostenere i manifestanti.[11][12]

Escalation degli scontri

Durante questo periodo sono emerse molte formazioni che diventeranno famose in futuro; i nazionalisti hanno organizzato numerose manifestazioni, idolatrato collaboratori nazisti come Stepan Bandera e perpetrato numerose discriminazioni contro la minoranza russa.

I filo-russi reagirono alla virata filo-occidentale e al clima di tensione con altrettante proteste culminate in veri e propri massacri come il Rogo di Odessa in cui persero la vita più di 40 manifestanti Anti-Maidan. L’incendio si sviluppò a seguito del lancio di molotov da parte dei nazionalisti ucraini nella Casa dei sindacati di Odessa.

Nel 2014 in Crimea si tenne un referendum che ne sancì l’annessione alla Russia (ritenuto incostituzionale dal Governo di Kiev). Altri referendum si tennero nella regione del Donbass portando alla proclamazione delle Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk. Proprio nelle autoproclamate repubbliche la situazione precipitò ulteriormente in scontri aperti tra separatisti (appoggiati dai Russi) e forze governative che si avvalsero di numerose formazioni militari tra cui il sopracitato Battaglione Azov.

Guerra del Donbass

Gli scontri culminarono nella guerra del Donbass in cui il Governo di Kiev ha bombardato ampiamente le regioni separatiste. Nel corso del conflitto, durato 8 anni, si sono verificate torture, sparizioni, uccisioni e altre violazioni dei diritti umani da parte dell’esercito e dei gruppi armati ucraini.[13][14][15]

I soprusi e le atrocità ai danni della popolazione locale hanno trovato poco o nessuno spazio nei media occidentali. Tuttavia gli stessi media hanno documentato finemente gli eventi bellici durante l’attuale conflitto attribuendo ogni responsabilità ai russi. I mezzi di informazione, quindi, tranne poche eccezioni, hanno usato due pesi e due misure nella descrizione degli eventi con la solita ipocrisia che li contraddistingue.

Nel corso di questi otto anni di guerra si è cercato attraverso i Protocolli di Minsk di porre fine alle ostilità senza successo. L’implementazione degli accordi di Minsk del 2015 avrebbe permesso di porre fine al conflitto attraverso lo statuto speciale per le regioni del Donbass e la creazione di una zona cuscinetto di 25 Km tra il territorio ucraino e separatisti, tuttavia il presidente Volodymyr Zelens’kyj non ha mai implementato tali accordi.[16]

Occorre notare che l’Ucraina costituisce una regione strategica: a Sebastopoli, in Crimea vi è una base navale russa e la regione del Donbass è ricca di miniere per l’estrazione del carbone, di ferro ma anche metano, manganese, cobalto e quei metalli rari che sono sempre più preziosi per lo sviluppo tecnologico. La perdita di questa regione priverebbe la Russia di uno spazio vitale mentre gli Stati Uniti ne gioverebbero.[17]

Questione NATO

Vi è poi la questione NATO tornata alla ribalta a seguito dell’elezione di Volodymyr Zelens’kyj che promise un’adesione all’Alleanza entro il 2024 facendo infuriare Putin. Con l’ingresso dell’Ucraina nella NATO la Russia si vedrebbe sempre più pressata mentre gli Stati Uniti attuerebbero la dottrina del containment già collaudata durante la Guerra Fredda. A dicembre 2021 Putin chiese garanzie che l’Ucraina non si espandesse verso Est ma gli Usa risposero che le porte per l’Ucraina erano sempre aperte. Dopo ulteriori avvertimenti inascoltati, Putin ha deciso di invadere dell’Ucraina.[18]

Conclusioni

Spero che quanto detto aiuti a comprendere quali siano le responsabilità dell’Occidente nel conflitto in corso in Ucraina. Purtroppo la verità è completamente nascosta e censurata dai media occidentali; costoro, al posto di dipingere gli altri come non democratici, dovrebbero farsi un esame di coscienza e chiedersi se la nostra è vera democrazia.

La realtà dei fatti è che gli Stati Uniti persistono nella loro politica imperialista volta a controllare punti strategici del globo per assicurarsi il mantenimento del dominio economico. Ciò è causa di una continua instabilità di cui la guerra in Ucraina è solo una fase. Gli USA dovrebbero prendere atto che perseguire una tale politica attualmente è estremamente pericoloso perché si sta creando un fronte di Stati ostili all’Occidente come Russia, Cina, Iran, Corea del Nord che sono anche molto evoluti dal punto di vista militare. Continuare a perseguire una una politica così scellerata potrebbe portare ad un confronto diretto con conseguenze imprevedibili per l’Europa e il mondo.[19]

 

Fonti:

  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Cortina_di_ferro
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Dottrina_del_containment
  3. https://it.insideover.com/guerra/quel-verbale-nato-del-1991-che-imbarazza-biden.html
  4. https://it.wikipedia.org/wiki/Putsch_di_agosto
  5. https://it.wikipedia.org/wiki/Boris_Nikolaevi%C4%8D_El%27cin
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Comunit%C3%A0_degli_Stati_Indipendenti
  7. https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_arancione
  8. https://it.wikipedia.org/wiki/Euromaidan
  9. https://www.sanmarinortv.sm/news/attualita-c4/ucraina-putin-aiuti-kiev-paese-popolo-fratello-a64126
  10. https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/09/ucraina-il-peso-dei-movimenti-di-estrema-destra-che-hanno-guidato-la-rivolta-armata/907372/
  11. https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/06/lunione-europea-si-fotta-laudio-della-diplomatica-che-imbarazza-gli-usa/872285/
  12. https://www.channel4.com/news/ukraine-mccain-far-right-svoboda-anti-semitic-protests
  13. https://www.avvenire.it/mondo/pagine/ucraina-almeno-30-morti-a-donetsk
  14. https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2014/08/19/asilo-colpito-da-kiev-strage-di-bambini_1b092877-6afe-4a87-a259-8810cba5a02f.html?fb_comment_id=816931671661740_816968644991376
  15. https://www.rainews.it/archivio-rainews/media/ucraina-pesanti-bombardamenti-a-donetsk-4e1eb21e-118f-49d9-84e8-97cc75f4f3a3.html#foto-13
  16. http://press.russianews.it/press/macron-a-zelensky-bisogna-rispettare-gli-accordi-di-minsk/
  17. https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/18/il-tesoro-nascosto-del-donbass-sottosuolo-ricco-di-terre-rare-essenziali-per-lhi-tech-uranio-cobalto-il-ritorno-economico-che-fa-gola-a-putin/6561890
  18. https://it.insideover.com/politica/procede-la-corsa-dellucraina-verso-ladesione-alla-nato.html
  19. https://en.wikipedia.org/wiki/The_Grand_Chessboard